Palloncino sul casco in bici: una delle forme di comunicazione
Mi è presa l’abitudine, quando vado in bicicletta da qualche parte, di mettere dei palloncini colorati con delle scritte sopra che invitano alla riflessione su argomenti di interesse sociale, politico o ambientale, ecc. Questa volta ho usato un palloncino rosso con scritte tipo “Stop genocide”, “Basta guerre”, “Stop killing people”, “Lasciate liberi cani e cavalli”…in particolare ci tengo a questa ultima scritta in italiano, perchè penso che cani e cavalli siano costretti a vivere vicino all’essere umano con una forzatura del loro normale stile di vita, che li avvicina molto alla schiavitù. In questo caso da Torre del Greco centro, dove vivo, sono arrivato prima fino a Torre Annunziata, dove faccio delle terapie all’interno del centro termale che sta vicino al lungomare, poi mi sono fermato sul lungomare vicino ad una spiaggia libera, dove molte persone “stazionano” o vanno e vengono da bar per fare colazione o aperitivo in zona. Avere un palloncino rosso sul casco della bicicletta con delle scritte attira molto l’attenzione delle persone, e ciò si traduce in occasione per parlare per strada con gente di argomenti sociali, politici, economici, ambientali, di giustizia, ecc ecc. Ieri ho parlato molto con una persona che stava utilizzando un drone. Questa è stata occasione per capire ulteriori cose su questo nuovo “fenomeno”, cioè la diffusione dei droni come mezzo di lavoro per foto e video e come mezzo di divertimento. Mi sono accorto (segnalando la cosa in diversi modi e con diversi argomenti all’utilizzatore) della grande incoscienza di chi usa questi mezzi in relazione a due aspetti molto importanti:
- la sicurezza per gli esseri umani (mi raccontava di incidenti in cui droni colpivano persone durante feste di matrimonio o simili), dovuto anche alla mancanza di regole certe e ben delineate.
- il fastidio che un oggetto del genere può causare ai volatili o ad altri animali ed esseri viventi, causa mancanza di rispetto.
Poi ho parlato con diverse persone, confrontandomi sugli eventi che riguardano la Palestina, la guerra in generale e le disparità economiche, ricordando a quelle persone le tragedie che vivono molti migranti che vengono a vivere da noi tentando di trovare una vita più dignitosa e sperando di inviare anche soldi ai cari in Africa, Pakistan o Bangladesh, o dovunque sia. Ho parlato loro di diversi racconti fattimi da immigrati africani nel corso dei mesi precedenti.
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