Sumud Glocal Ruotsingle: è glocale, perchè pur ispirata da principi e valori globali, agisce localmente ed è ruotsingle perchè non naviga (ha le ruote) e non è una flotta ma agisce da sola, singolarmente appunto, ma sempre nell’interesse generale, con un obiettivo di benessere collettivo.
La SUMUD GLOCAL RUOTSINGLE è salpata via terra ieri (oggi per chi legge n.d.r.), dirigendosi verso la litoranea di Torre del Greco (Napoli – Italia). In occasione di questo evento inaugurale ho effettuato un’altra manifestazione per la pace che ha visto utilizzare il format già da me sperimentato dei “Palleggi per la Pace“. Sotto il video.
Bisogna abolire la violenza. No alla guerra. Obiezione di coscienza perenne e senza sosta. Bisogna abolire il concetto di confine nazionale e di proprietà privata. Non esiste un confine tra una terra ed un’altra. Non esiste nessun valido diritto per natura a mettere recinzioni alle terre, impossessandosene e privandone gli altri dell’accesso e della fruizione. La terra è di tutti e va condivisa. La pace è il risultato di un processo di evoluzione mentale individuale e collettivo in grado di costruire una cultura della condivisione – a quel punto – peer to peer.
Il nostro mondo
Il mondo di oggi, il 2025, è un mondo dove la storia condanna tutti gli esseri umani attualmente vivi a non poter fare appello all’ignoranza, purtroppo ancora invece troppo diffusa e/o invocata come giustificazione alla pigrizia mentale. Si poteva trovare giustificazione all’ignoranza fino alla seconda guerra mondiale (al limite). Ancora non esistevano all’epoca mezzi di comunicazione che consentissero – come a noi oggi – di sapere cosa succede sul pianeta. Oggi sappiamo tutto grazie ai mass media. Ma addirittura oggi abbiamo il web 2.0: la tecnologia che ci consente di immettere contenuti in rete. Di giocare cioè anche un ruolo ATTIVO nel mare magnum della comunicazione globale. Non siamo neanche più “costretti” al SOLO guardare ed ascoltare la TV, ma possiamo dire la nostra, esprimere un’opinione PUBBLICA, assumerci la responsabilità diretta di ciò che pensiamo. E davanti a tutti, se uno ha il coraggio di non restringere il proprio pubblico. Non solo delegare, ma parlare in prima persona. Lasciare una traccia PUBBLICA di ciò che si dice e si pensa. Un testo, un video, che resta sui server e viene pubblicato su piattaforme che lo mettono “in piazza” e “per sempre“. Non lo si dice solo a tizio o caio o sempronio “in segreto” che la pensano come te nell’ambito di un’organizzazione più o meno massonica, ma davanti a tutti ed in modo che resti prova. Nessuno è obbligato a non cambiare opinione ma tutto ciò va motivato con le ragioni della logica e della dignità umane.
Non abbiamo altro da fare se non occuparci di politica
Ognuno può fare la propria parte nella politica mondiale in questo modo. Non esistono più scuse al non-interventismo in politica. La politica la devono fare tutti. La fanno tutti a prescindere. La politica è quello che fai quando esci di casa. Quando fai delle cose che riguardano “gli altri“. Con delle motivazioni pubbliche. Di cui ti assumi la responsabilità e che hanno una giustificazione. Non esistono più scuse che possano giustificare il menefreghismo, l’indifferenza. Alla meno peggio, anche se non voglio fare sforzi, posso scrivere due righe e far capire come la penso su ciò che succede nel mondo, avallando o meno un sistema di potere, di governo, di gestione della cosa pubblica. Posso sostenere o contrastare quel potere, assumendomi la responsabilità di ciò che dico.
Io credo che il pianeta soffra troppo l’azione dell’essere umano. Oggi ciò che facciamo su questo pianeta NON E’ PIU’ TOLLERABILE! Sia per una evidente (a chi vuol vedere la verità) “CRISI BIOCHIMICA” degli elementi che compongono tutto il complesso sistema che possiamo chiamare vita, leggibile ed osservabile ogni giorno pressocché in ogni angolo della “nostra casa”, sia perché i miglioramenti che noi esseri umani potremmo iniziare ad imprimere a tale sistema, grazie alle conoscenze accumulate in secoli di storia ed alle tecnologie di cui oggi disponiamo, sono alla portata di tutti, e quindi l’inazione è non solo colposa ma pesantemente dolosa e non più giustificabile.

Ciò che sta succedendo al popolo palestinese è il simbolo di una tragedia globale che va in scena purtroppo da troppi secoli: l’indifferenza ed il menefreghismo tipico di una cultura sub-umana che rifiuta l’evoluzione della mente oggi più che possibile. Per questo spaventoso problema non è più sufficiente fare due o tre manifestazioni all’anno per poi tornare nel business as usual, ma bisogna assumere un comportamento da LOTTA CONTINUA E QUOTIDIANA. Grazie alla rete ed alle piattaforme social è possibile dare risalto e diffondere ogni comportamento dissenziente verso un potere stupido che produce sofferenza e morte ovunque nel mondo. Ognuno di noi può scegliersi il modo espressivo più adatto od opportuno. Ma la dichiarazione di dissenso verso questo modello di vita (improntato all’assenza di intelligenza) DEVE ESSERE CHIARO ED INEQUIVOCABILE. La classe dirigente mondiale deve sentirsi delegittimata a prendere decisioni per conto dei popoli. Noi popolo abbiamo il dovere di MOSTRARE IN OGNI SEDE CHE NOI NON CI STIAMO A MANGIARE QUESTA MERDA!

Dopo la seconda guerra mondiale, l’umanità, presa da un sussulto della coscienza collettiva generato dal disastro dei milioni di morti, ha dato vita all’ONU. L’Organizzazione delle Nazioni Unite è stata la più ragionevole reazione a ciò che era successo in quegli anni. L’unico serio rimedio contro quell’incapacità mostrata nella storia dagli umani fino ad allora (l’incapacità cioè di superare visioni stupide, miopi e parziali, mettendosi invece assieme per affrontare e risolvere problemi di vario tipo), era appunto la creazione di un unico governo mondiale. Solo dallo sforzo di tendere verso una vera unione tra i popoli, che andasse al di là di ciò che era stato imposto fino ad allora, dalla ristretta visione culturale alimentata dall’élite al potere, poteva venire un futuro senza guerre e con prospettive di vita più serena per tutti. Per fare ciò era necessario superare il concetto di nazione e di confine nazionale. Che poi è diretta conseguenza dell’arretratezza culturale conseguente all’introduzione dell’idea della proprietà privata. Ma non solo quella criticata dal marxismo o generata nel medioevo grazie all’introduzione delle recinzioni delle terre comuni (uno dei tanti esempi di appropriazione indebita avvenute nella storia), ma in generale la diffusione sul pianeta dell’idea che un essere umano possa definirsi proprietario o dominatore o padrone o imperatore ecc ecc in via esclusiva di un qualcosa che sta quì sopra. L’ONU poteva essere una speranza. Invece abbiamo partorito – come si suol dire – il solito topolino. Non abbiamo dato veri poteri all’Assemblea Generale (come a tutti i tipi di assemblee, parlamenti, ecc) a causa della solita miope e stupida “paura” della lentezza del processo decisionale. Si dovrebbe considerare invece (secondo me) che una decisione all’unanimità – e che compresa da tutti venga da tutti accettata e concretamente rispettata – per quanto apparentemente lenta, sarebbe sempre più veloce e risolutiva – nella storia – di qualsiasi veloce decretazione d’urgenza intesa a tappare falle – nella migliore delle ipotesi – e che genererebbe invece niente altro che uno spostamento temporale verso un “ipotetico domani” (con un probabile aggravamento della situazione) o uno spostamento geografico verso un “ipotetico altrove” del problema in questione, nella stupida speranza che l’aggravamento che di sicuro ne deriva colpisca un “ipotetico qualcun altro”. Alla base di tali atteggiamenti la solita PSICOSI del “PERDERE UN PRIVILEGIO“.
Abbiamo perso tempo. Sono passati 50 anni del 1900 e 25 del 2000. Oggi ancora diciamo che la merce può e deve circolare liberamente, ma si alzano muri contro il nemico “sporco e povero” che viene dall’EXTRACOMUNITARIO…questo strano mondo fatto di oscurità e terrore, che “per (s)fortuna” tentiamo di annientare (grazie ai President of USA del momento) per far posto all’ennesimo CLUB MED…bello, solare, asetticamente pulito e disinfettato. Oggi stiamo a discutere di due popoli due stati, mentre si torturano bambini. Oggi “da noi in Europa” parliamo di finanziare l’acquisto di tecnologie militari (Eureka!) per dilaniare corpi e torturare i bambini di oggi e quelli di domani, che nasceranno dalle macerie edilizie, politiche, sociali e psicologiche di un’umanità ancora afflitta dalla paura. PAURA di NON POSSEDERE NULLA se NON la “SOLA” PROPRIA SANA COSCIENZA…(un “oggetto” che per sfortuna…SFORTUNA viene considerato ancora di poco valore).
La pura che ci fotte.
La paura di restare senza niente altro che una NATURA DA RISPETTARE!
cit. Marco Ricco
Nel video sotto c’è una sintesi del percorso fatto in quella giornata (6 settembre 2025), che come al solito, diventa anche occasione per confronti con qualche curioso per strada. La speranza che qualcuno possa diventare seriamente interessato ad approfondire tali tematiche ed a fare eventualmente qualcosa di concreto in merito, non muore mai. E’ anzi ovviamente la ragione principale per cui faccio questi sforzi NON DA POCO. Ho percorso con il trabiccolo a spinta la strada da via martiri d’africa (dove vivo) verso via circumvallazione (per chi è di torre del greco capisce) per salire su un bus. Nei pressi della chiesa di Sant’Antonio mi sono “buttato fuori” ed ho proseguito a spinta fino alla via litoranea.
0 commenti