Bike Ride for Ukraina: videociclocoscientizzazione da Torre del Greco a Pompei
Alcuni giorni fa, dovendo andare a visitare mia madre che è detenuta in una comunità alloggio sperduta nelle campagne vicino Scafati (NA), ho approfittato per girare il mio primo video di ciclo coscientizzazione fatto con doppia videocamera. Un cellulare montato su supporto per bici che inquadra me stesso mentre pedalo e guido la bici (non-elettrica) e che raccoglie l’audio attraverso classici auricolari cinesi per smartphone. Una action cam cinese (che costa poco più di 60 euro) montata sul casco della bici e che raccoglie l’audio attraverso il microfono associato. L’audio è chiaramente lo stesso ma ho trovato difficoltà a sincronizzare in maniera perfetta le due riprese, per motivi tecnici. La registrazione avviene con due velocità leggermente diversa tra le due videocamere. Non so dire se ciò avviene in fase di rendering o cosa.
Fatto sta che parlo per circa un’ora di politica. Cerco di illustrare come spesso mi accade le motivazioni che dovrebbero spingerci tutti ad essere più attivi e partecipi nella vita politica. Ogni giorno. SEnza che ciò significhi ricoprire un incarito pubblico. La politica dovrebbe anzi essere il nostro primo pensiero del mattino e solo dopo il lavorare per guadagnare dei soldi. Ciò di cui ha urgente bisogno il mondo è una cultura diffusa della partecipazione e della solidarietà che possa essere in grado di far sentire meno sole le persone bisognose per agire tutti insieme per il benessere collettivo. Il primo grosso lavoro da fare è quello della coscientizzazione. Il rendersi conto di ciò che c’è da fare ed attivare il proprio cervello per mettere in pratica azioni per la solidarietà, la giustizia e la pace non è cosa scontata in questo mondo ed è un percorso che io ho iniziato a fare con la maggiore età e che tutt’ora mi vede impegnato in sforzi che tendono a comprendere ancora meglio la realtà ed il modo per avere un impatto positivo su di essa.
Andare in bici è come boicottare il mercato delle automobili o dei due ruote. C’è una motivazione politica dietro a certe scelte. I veicoli a motore inquinano troppo. Fanno rumore. Danno fastidio. In un comprensorio come quello di Napoli poi il difetto di tali sistemi di trasporto privato si acuisce a causa del diffuso menefreghismo del popolo locale e del loro storico alto senso di inciviltà e di incapacità di praticare il rispetto reciproco.
Girare con la maglia dell’ukraina serve a ricordare che oggi c’è un conflitto armato “a pochi passi da quì”. Con la velata ma oramai quotidiana minaccia di un’estensione del conflitto. Per cui la marcata mancanza di significative e continuative manifestazioni di dissenso verso il lavoro fallimentare delle classi dirigenti globali e locali è un silenzio troppo assordante in un’epoca in cui l’ignoranza non ha ragione di essere.






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