Recentemente ho acquistato su una bancarella fuori porta nolana a Napoli una serie di T-shirt raffiguranti le bandiere di alcuni Stati. Le indosso spesso ed in particolare quella dell’Iran e dell’Ucraina sono motivo di dialogo e confronto con persone per strada (quella della Palestina non c’è…forse perchè non è uno Stato riconosciuto dall’ONU). Colgo in tal modo l’occasione per parlare di temi come la guerra o le ingiustizie che colpiscono alcuni popoli e che li rendono ancora oggi costretti a vivere “in povertà”.
Manifestare in ogni modo ed ogni giorno possibile per l’uguaglianza ed il rispetto degli esseri umani. In questo caso una video-corsa nel nome delle good people sotto ogni bandiera. Senza mai dimenticare che:
Io faccio finta di essere poco serio per fare in realtà un lavoro molto serio. Mentre la gran parte di voi fa finta di fare un lavoro serio per essere in realtà poco seri.
Mi sono occupato di cooperazione internazionale ed ho fatto, nel corso del tempo, alcune osservazioni sulla questione pace e giustizia nel mondo (che tutti più o meno potrebbero essere in grado di fare). Per esempio noto che l’umanità, dalla fine della seconda guerra mondiale, non è riuscita a creare reali condizioni di pace sul pianeta. Mi sembra particolarmente assurdo, soprattutto dopo una guerra (definita appunto mondiale) che causa milioni di morti un pò ovunque. Poteva essere il momento della maturità del genere umano, che di fronte ad una tragedia di quelle proporzioni, poteva arrivare finalmente a prendere coscienza sul cosa fare. Si costituisce infatti in quel periodo (per la prima volta nella storia dell’umanità civilizzata) un organismo sovranazionale (l’Organizzazione delle Nazioni Unite – ONU) che avrebbe dovuto rappresentare l’organismo-governo-mondiale, in grado di mantenere condizioni di pace e prosperità ovunque sul pianeta. Invece succede – come si suol dire – che l’umanità partorisce in realtà un topolino. Sia perchè non si da mai all’ONU un reale potere di governo (la storia è piena di esempi in cui le risoluzioni dell’Assemblea delle Nazioni Unite vengono disattese, non rispettate dagli Stati nazionali senza nessun problema), sia perchè non si da vita ad un vero equilibrio interno all’organizzazione stessa tra i vari Stati nazionali (in grado di dare vera rappresentatività all’organismo stesso). Pensare che ancora oggi l’ONU, per esempio, non riconosce lo Stato della Palestina. Questo rappresenta forse uno dei casi più eclatanti del cattivo funzionamento di un organismo che nelle intenzioni si pone l’obiettivo della pace nel mondo. Più eclatanti, viste le notizie della cronaca di questi giorni, dove la questione Palestina ritorna prepotentemente a farsi presente all’opinione pubblica mondiale. Secondo me come uno scandalo dalla fortissima valenza simbolica (dei popoli e degli individui tartassati) mai affrontato dal mondo.
Dallo Statuto dell’ONU si legge che il suo obiettivo dovrebbe essere:
Mantenere la pace e la sicurezza internazionale, sviluppare relazioni amichevoli tra le nazioni, promuovere la cooperazione internazionale e il rispetto dei diritti umani.
Se si affronta il tema del governo dei popoli, non si può praticare il rispetto dei diritti umani se non si riconosce il diritto ad un popolo di organizzarsi secondo le forme giuridiche messe a disposizione della quasi totalità degli altri popoli del mondo. Il diritto internazionale (pur nato nell’ambito della cultura giuridica della cosiddetta civiltà occidentale e facendo quindi riferimento alle necessità normative che quei popoli hanno potuto esprimere) fa in ogni caso riferimento al principio di autodeterminazione dei popoli. Questo principio, che viene espresso in diversi modi a seconda appunto dei tempi e delle “necessità politiche” di chi lo sancisce, fa riferimento al diritto di un popolo di scegliere liberamente il proprio sistema di governo e di perseguire liberamente il proprio sviluppo economico, sociale e culturale. Si tratterebbe del diritto di un popolo ad autogovernarsi nella relazione pacifica e paritaria con gli altri Stati.
Da quì il diritto per esempio alla esistenza dello Stato nazionale della Palestina
Questo dovrebbe essere – secondo me – un obiettivo minimo da raggiungere in un mondo ancora arretrato culturalmente, quale quello in cui viviamo. Oggi avremmo tutti gli strumenti cognitivi per capire che il concetto stesso di Stato nazionale è obsoleto. Dovremmo essere capaci di concretizzare reali forme di governo mondiale, dove la legislazione viene prodotta in virtù di una necessità di regolamentazione appunto globale. Oggi possiamo capire che le problematiche che l’umanità ha di fronte derivano da squilibri che ci sono a livello globale. E quindi continuare nelle politiche di interesse nazionale o al massimo di un sovra-nazionalismo a livello di macro-aree geografiche continentali, se non sub-continentali create tra l’altro sulla base di co-interessi che considerano la quasi-sola sfera economica, è follia pura!
E’ assolutamente necessario potenziare enormemente l’ONU. E’ urgenza massima! Anche se imperfetto, dobbiamo assolutamente far cedere agli Stati nazionali poteri decisori in favore dell’Assemblea delle Nazioni Unite. Dobbiamo capire che la “lentezza” delle decisioni prese in ambito assembleare rappresenta invece velocità ed evoluzione più rapida verso soluzioni che possono davvero creare condizioni di vita più dignitose per tutti gli esseri umani sul pianeta. Senza dimenticare che il lavoro da fare è enorme. Perchè l’obiettivo deve essere il rispetto della Natura, cioè di tutti gli esseri viventi di questo pianeta…tanto per cominciare…poi vediamo al di fuori della Terra!!!
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