Educare al Rispetto della Natura

In più di tre anni ho fatto diverse azioni dimostrative e di protesta non solo per sensibilizzare al rispetto della natura in città, ma anche in favore di “persone svantaggiate” che vivono ai margini della società (soprattutto provenienti da altri Paesi). Mi sono proposto di dedicare una piccola percentuale delle mie spese mensili a “elemosine” o “donazioni” o come mi piace di più definirli “piccoli investimenti nel sociale”. Cerco di destinare a questo scopo una percentuale superiore a quella che lo Stato Italiano destina all’Aiuto Pubblico allo Sviluppo (APS). Ovviamente una “piccola provocazione” con la quale cerco di invitare gli “amici” su facebook a fare di più per aiutare chi è costretto ad emigrare e cercare “riparo” nei nostri Paesi, per colpa delle politiche depredatrici e colonizzatrici dei governi europei del passato e del presente.

Gli obiettivi governativi puntano allo 0,7% del Reddito Nazionale Lordo entro il 2030. Io sono mediamente sopra il 2% del totale delle mie spese mensili!

Ciò che conta è il messaggio di base: abbiamo – come europei per es. –  un debito economico e soprattutto morale SPAVENTOSO nei confronti di queste persone, spesso costrette a lasciare le proprie zone di nascita per questioni di sopravvivenza ed ostacolate nel libero movimento sul pianeta.

Altro che aiutiamoli a casa loro! 

Voler ridurre il flusso migratorio è:

– ingiusto

– antistorico

Ciò che conta è il messaggio di base: abbiamo – come europei per es. –  un debito economico e soprattutto morale SPAVENTOSO nei confronti di queste persone, spesso costrette a lasciare le proprie zone di nascita per questioni di sopravvivenza ed ostacolate nel libero movimento sul pianeta.

Altro che aiutiamoli a casa loro! 

Voler ridurre il flusso migratorio è:

– ingiusto

– antistorico

Le mie iniziative puntano a sensibilizzare le comunità locali ed online sulla necessità di ridurre l’impronta ecologica dell’essere umano.  Attraverso l’educazione e la stimolazione verso la partecipazione attiva ci si può aspettare di vedere un aumento della consapevolezza ambientale e un miglioramento delle pratiche sostenibili tra i partecipanti. Primo risultato tangibile dovrebbe essere la creazione di una consapevolezza diffusa circa la necessità di fare forti pressioni sui decisori politici, per far intraprendere azioni concrete per una seria strategia di riforestazione urbana e di raccolta differenziata dei rifiuti. Una strategia GLOCALE per ridurre l’impronta ecologica dovrebbe battere su questi due punti centrali.

1. Da un lato creare una coscienza “urbana” diffusa che metta il rapporto armonico con la Natura al centro delle scelte quotidiane, e la costruzione di una moltitudine di aree verdi con alberi e piante di vario tipo è il fulcro di tale operazione. Non solo come progetto fattivo per avvicinare l’uomo alla natura ma anche come azione concreta contro il riscaldamento climatico a livello locale.

2. Dall’altro una seria politica per la raccolta differenziata dei rifiuti, che diventi il punto centrale – a livello locale – per creare UNA NUOVA ERA nei processi di produzione e consumo. Serve una consapevolezza circa un nuovo funzionamento del sistema economico nella sua globalità, che deve ispirarsi ai principi della cosiddetta Bioeconomia. Il sistema economico deve tendere verso il “rispetto totale della Natura”; il che significa cercare di alterare quanto meno possibile (già nel medio-breve periodo) i cicli bio-chimici della Natura stessa. I modelli di produzione e consumo sono ovviamente centrali. La raccolta differenziata dei rifiuti è funzionale al raggiungimento del massimo grado di efficienza nella fase di riciclaggio e riuso dei materiali. A livello locale la popolazione deve essere istruita e coscientizzata sul concetto fondamentale di materiale da recupero. La parola rifiuto deve essere cancellata dal vocabolario per far posto alla parola: materiale da recupero da avviare a riciclaggio e riuso attraverso la raccolta differenziata.