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Glocal 2th Hand Clothes Picking

Raccolta Abiti Usati

Creazione di piccoli punti di raccolta di abiti usati da destinare allโ€™economia informale. Molti โ€œRomโ€ fanno questo lavoro ed alimentano un โ€œpiccoloโ€ circuito economico (virtuoso perchรจ si tratta di riciclaggio reale) molto utile alle popolazioni immigrate nelle “nostre” cittร . Piccoli contenitori ben evidenziati dislocati in molti punti delle โ€œnostreโ€ cittร  per consentire a chi raccoglie tali prodotti dismessi di effettuare il loro lavoro con maggiore pulizia e dignitร .ย 

Alla base di ciรฒ che io ritengo essere un DOVERE da parte di chi risiede da anni sul “nostro” territorio in qualitร  di italiano residente, c’รจ il fatto che oggi moltissime persone sono costrette a lasciare il Paese di origine per venire in Italia a tentare di sopravvivere a causa del fatto che i governi europei (italiano incluso) hanno sfruttato, nel corso della storia, le risorse naturali in Africa ed Asia ed i loro abitanti, per alimentare la “nostra” economia. Oggi la “nostra” condizione di benessere economico si fonda molto anche su quello sfruttamento (che tra l’altro continua imperterrito). Sarebbe piรน che opportuno da parte di chi capisce l’importanza dei concetti di giustizia ed uguaglianza dare un piccolo contributo (non solo simbolico) per pagare il nostro debito morale (ed economico) nei confronti di quelle popolazioni.

Cosa offrire?

Abiti, borse, tende, scarpe appaiate, cappelli, coperte, biancheria, giocattoli, piccola utensileria, maglieria ed altri accessori tessili in buono stato.

Per evitare questo rischio.

Nel 1997 ho lavorato presso la caritas di Piombino nll’ambito del mio anno di servizio civile, all’epoca obbligatorio. La caritas effettuava come molte caritas a livello locale, la raccolta e la distribuzione degli abiti usati. Era purtroppo triste vedere volontari che entravano nel deposito degli abiti usati e prelevarne una parte che poi, dicevano i piรน, andava a finire in negozi della cittร .

Meglio a questo punto favorire l’economia informale ed aiutare davvero persone povere, oltre a realizzare davvero un riciclaggio di materiale.

Il fenomeno del fast fashion, sviluppatosi piรน di recente all’interno del piรน “antico” fenomeno del consumismo di massa, alimenta in modo nuovo l’abitudine consolidata dei napoletani di abbandonare in strada – senza troppa cura – ciรฒ che questi ritengono essere rifiuti. Spesso quindi le strade risultano piene di abiti usati (ancora in condizioni piรน che dignitose). Molte persone, per lo piรน apparentemente di etnia Rom, girano, spesso di notte, con carretti per la raccolta di tali abiti. Spesso si vedono donne che “sono costrette” a calarsi nei cassonetti per la spazzatura, utilizzando un’asta di metallo con un gancio ad una estremitร , per raccogliere tutto ciรฒ che puรฒ essere utilizzato per alimentare i mercati dell’usato. Gran parte di questa merce finisce poi sui marciapiedi nella zona tra Porta Nolana e l’inizio di Corso Umberto I nei pressi di Piazza Garibaldi a Napoli.

Sintesi dell’idea progettuale

Sarebbe molto utile per queste persone se “noi residenti” fossimo in grado di mettere a loro disposizione dei cassonetti non troppo alti, adatti anche alla pioggia, coperti ma non chiusi a chiave od inaccessibili (la merce deve essere facilmente accessibile da chiunque, come i vestiti gettati in strada). In tal modo i Rom potrebbero svolgere il loro lavoro in modo piรน dignitoso ed in condizioni igienico-sanitarie anche migliori. Si potrebbe pensare anche di fornire carretti piรน solidi (invece dello scatolo di cartone un materiale piรน resistente anche in caso di pioggia) e leggeri (per facilitare il loro trasporto – pensiamo che spesso tali persone si spostano in treno e devono uscire da stazioni con rampe di scale e di frequente senza ascensori). Magari si potrebbe pensare ad un piccolo motore elettrico, tipo quelli dei transpallet che si vedono spesso nelle aziende logistiche.

L’idea progettuale sarebbe ovviamenteย  da sviluppare attraverso percorsi di progettazione partecipata in grado di coinvolgere il maggior numero possibile di persone interessate.

Anche in questo caso sarebbe bello organizzare una raccolta fondi per:

1. Effettuare campagne di sensibilizzazione presso amministrazioni locali e cittadini sull’utilitร  sociale di una tale iniziativa.

2. Utilizzare i fondi raccolti per l’acquisto dei contenitori e di altra strumentazione, ed avviare campagne informative sulla loro presenza al fine del loro utilizzo.

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